Ha fatto molto rumore l’insulto che il giornalista Alain Friedman ha rivolto alla moglie dell’ormai ex Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, definendola una escort.
La signora Melania Trump è stata, dunque, etichettata come prostituta da un uomo che, per la professione che svolge, dovrebbe conoscere molto bene quel profilo deontologico atto a mettere un freno a certe espressioni di bassa lega.
Va detto, per dovere di cronaca, che il giornalista in questione, non è nuovo a questo genere di ingiurie, sempre nei confronti della signora Trump. Qualche tempo fa, infatti, in un commento sul social network Twitter, la definì “Slovene Escort Chic” (Melania Trump è di origini slovene).
L’offesa ha scatenato bufere sul web e, per tutta risposta il “buon” Friedman ha pubblicato un post in cui chiedeva scusa per (udite, udite!) la “battuta” infelice. Anche la signora Laura Boldrini, sempre pronta a scendere in campo quando si tratta di difendere esponenti femminili con ideologie di sinistra, ha scritto un pensiero (obtorto collo) sul suo profilo Twitter parlando di “inciampo linguistico”. In altri termini, l’ex Presidente della Camera ha pensato bene di frustare sì il giornalista ma con una piuma.
Certo che definire “battuta” quello che è un vero e proprio insulto (e che è stato espresso per la seconda volta), conferma quanto la toppa, spesso, sia peggiore del male. Ma c’è un altro aspetto inquietante e forse ancor più grave dell’offesa stessa: la reazione dei presenti nello studio televisivo di “Unomattina”.
Il celebre programma della TV di Stato, in onda sul primo canale e che in questa edizione è condotto da Monica Giandotti e Marco Frittella, aveva come ospite l’ex Presidente RAI, la giornalista Monica Maggioni. Quattro professionisti, dunque, di cui tre (Giandotti, Frittella e Maggioni) in studio ed uno (Friedman) in collegamento.
Ebbene, escludendo l’ospite esterno nonché autore dell’insulto, le altre tre figure hanno reagito rispettivamente ridendo (Giandotti), con un sorriso (Maggioni) e col silenzio (Frittella). È doveroso sottolineare che in tutti e tre i casi si parla di professionisti stipendiati con i soldi dei cittadini italiani. È altrettanto lecito presupporre che lo stipendio elargito non sia di basso livello.
In una TV pubblica seria (che rappresenta cioè la punta di diamante dell’informazione di una Nazione), i “padroni di casa” della trasmissione assieme all’ex presidente dell’azienda televisiva avrebbero preteso in diretta le scuse del loro ospite/collega, dissociandosi a chiare lettere da tale affermazione e, in caso di reticenza, chiudendo il collegamento. Nulla di tutto questo è avvenuto.
Ci sono situazioni in cui è doveroso prendere delle posizioni. Non farlo significa essere complici di chi ha lanciato l’ingiuria. A nulla vale scusarsi dopo che si è stati riempiti di critiche ed insulti da parte del mondo del web. Sono scuse di circostanza, tant’è vero che lo stesso Friedman, come detto precedentemente, ha continuato a parlare di “battuta” e, nonostante il suo italiano ricordi molto la voce di Alberto Sordi quando doppiava il personaggio di Ollio (interpretato da Oliver Hardy), non è così limitato da indurre a gaffe tanto involontarie quanto imbarazzanti. Non confondiamo la battuta con l’offesa signor Friedman!
Auguriamoci che questo brutto episodio possa essere di esempio per tutti noi giornalisti: il silenzio ferisce più della lingua!
Stefano Boeris