E’ in rotazione radiofonica il nuovo singolo di matrice soul dell’eclettico musicista Joe Pisto. “I Can Try” è un brano nato durante il periodo di fermo dello scorso anno, che non ha frenato l’instancabile creatività del musicista di origini lucane. Il brano è stato scritto , arrangiato e prodotto personalmente dall’artista, e racconta “la storia di un amore in cui le emozioni si alternano ripetutamente; una grande passione in cui il sorriso talvolta cede il passo alla sensazione di sentirsi sbagliati. Resta la voglia di provarci ancora e ancora. ”
I Can Try è il nuovo singolo in rotazione, di cosa parla il testo della canzone?
I Can Try è il racconto di una storia d’ amore in cui le emozioni si alternano ripetutamente; una grande passione in cui il sorriso talvolta cede il passo alla sensazione di sentirsi sbagliati e non compresi. Resta la voglia di crederci e provarci ancora…
La collaborazione con Omar quando nasce?
L’incontro e la successiva collaborazione con Omar coincidono con il mio periodo di permanenza a Londra tra il 2010 e il 2012, anni in cui
ho avuto la possibilità di suonare e registrare con alcuni dei musicisti più ricercati della scena britannica. Da quell’incontro è nata una collaborazione che si è concretizzata con diversi tour in Italia. “I Can Try” è un brano che vuole sancire la nostra decennale amicizia e il connubio musicale.
Ti sei sempre dedicato alla sperimentazione, quando inizi ad avvicinarti al mondo della musica e quale messaggio vorresti arrivasse al tuo pubblico?
Il mio primo approccio alla musica risale all’infanzia e si è espresso attraverso il canto. Canto dall’età di 6 anni, ho iniziato cantando le canzoni napoletane che mio padre mi faceva ascoltare (lui suonava per hobby la fisarmonica e cantava ad orecchio).
Poi a 16 anni è nato l’amore per la chitarra classica, mi sono quindi diplomato al Conservatorio di Matera, svolgendo attività di concertista classico.
Parallelamente scaturisce in me l’interesse per il blues, il soul, il jazz, il funk e quindi le varie esperienze musicali che mi hanno permesso di essere il musicista che sono.
Il messaggio che vorrei arrivasse è sicuramente fatto di emozioni! L’intera mia vita è basata sul vivere ogni cosa in modo viscerale, profondo.
La musica e l’arte in genere per me sono la massima espressione di libertà dell’individuo: tutto diviene possibile, anche gli aspetti più intimi e complicati di ognuno di noi, atttraverso la musica, riescono a venir fuori e prendere forme diverse a seconda dell’artista o dell ascoltatore, entrambe parti imprescindibili nella comunicazione e fruizione musicale.
Vorrei arrivasse il messaggio che la musica e l’arte hanno il potere e la forza di esprimere una parte di sè che diversamente risulterebbe difficile poter esternare. Vorrei arrivasse il messaggio che occorre essere sempre curiosi di imparare qualcosa di nuovo e diverso da quello che siamo per poterci arricchire continuamente.
Stiamo vivendo un periodo complicato, il settore della musica quanto ne ha risentito?
Purtroppo la situazione generata dal coronavirus ha provocato un danno enorme a tutta l’economia. Il settore musicale è stato travolto da una crisi fortissima che ha danneggiato tutto il mercato della musica, dai concerti ai negozi di musica, dal teatro al cinema e tutta la filiera dei lavoratori che operano in essa.
Concerti ed eventi sono stati quasi tutti annullati e in parte riprogrammati.
Abbiamo assistito ad un cambiamento radicale se pensiamo che si è passati dai concerti dal vivo a quelli digitali, in streaming; dall’acquisto di supporti fisici (dischi, cd,ecc) nei negozi, a quelli online. Speriamo si riesca presto ad uscire da questo limbo che ancora ci procura incertezza e inquietudine, e che si possa tornare in modo definitivo a gioire sul palcoscenico della vita.
Un incontro che ha segnato il tuo percorso artistico?
Difficile rispondere perché ci sono stati tanti incontri che hanno segnato il mio percorso artistico.Sicuramente i primi maestri del mio periodo di studi classici al Conservatorio e quindi Marco Carnicelli, Clemente Giusto, Alirio Diaz, Alberto Ponce: sono stati gli anni di studio più importanti, che mi hanno formato e che hanno messo profonde radici nella mia preparazione e nel mio linguaggio musicale. Ma anche tutti i grandi musicisti che ho incontrato e che continuo ad incontrare e con cui ho avuto la fortuna di collaborare come Fausto Beccalossi, Dario Deidda, Fabrizio Bosso, Ignasi Terraza, Dado Moroni, Ross Stanley, Enzo Zirilli, Gabriele Mirabassi e tanti altri. Ognuno con la loro poetica musicale ha influenzato e arricchito il mio modo di vivere la musica.
Prossimi progetti
A dire il vero risulta molto difficile riuscire a progettare in questo momento ancora incerto per tutti. Diciamo però che in cantiere ci sarebbe la registrazione di un paio di album: un sestetto di black music come continuazione di questo singolo e un progetto completamente diverso con quartetto d’archi, con arrangiamenti di musiche originali e alcuni standards a me cari.