pubblicato in data 26 Lug 2024

È stato ritrovato dal nucleo dei Carabinieri della compagnia di Roma Centro uno dei ragazzi scappati dal carcere minorile di Casal del Marmo. Il quindicenne (il terzo membro del gruppo evaso) era tornato nella zona di Colle Oppio per riprendere la sua attività di sempre: il furto. Anche gli altri due sono stati rintracciati dalle Forze dell’Ordine. Da quanto si è appreso, i tre delinquenti avrebbero approfittato del caos avvenuto in seguito ad una rissa, per scappare scavalcando il muro di cinta del penitenziario. I due diciassettenni della banda sono stati ritrovati uno nei pressi della stazione Termini, l’altro a L’Aquila.

Ebbene, quello delle cosiddette “Baby-Gang” è un problema che, ormai, investe ogni grande città italiana, da nord a sud, passando per il centro. Gruppi di malviventi, in gran parte giunti con i barconi sulle nostre coste o figli di immigrati (spesso di origine filippina) che hanno perfettamente compreso (perché ammaestrati a dovere) che nel Bel Paese puoi dichiararti minore (anche se magari hai vent’anni) in quanto tale Status, rappresenta uno scudo per opporsi alla Legge. E questi ragazzini sanno bene che andare in giro armati di coltelli per derubare il prossimo è il modo più rapido e comodo di soddisfare i bisogni personali.

Non vi è, neppure lontanamente, l’idea di crearsi un’istruzione o di guadagnare lavorando; molto più facile e nemmeno troppo rischioso, minacciare, aggredire e rapinare i malcapitati coetanei o persone di età più elevata.

Purtroppo, anche a livello giornalistico, si è creata una patina di profonda ipocrisia in tal senso: già parlare di “baby-gang” ha assunto nel tempo una visione malata del problema, come se il termine “baby”, mitigasse la gravità di certi comportamenti che, al contrario, sono veri e propri reati. Roma, Milano, Palermo, Torino e tante altre città nostrane sono oggi preda di questi vigliacchi che in gruppo agiscono di giorno in giorno, senza timore alcuno della Legge. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di magrebini che sono giunti nelle nostre realtà metropolitane fuggendo da…nessuna guerra!

Sono parte di un sistema malato di accoglienza e di traffico di esseri umani che ormai è sfuggito di mano. E, purtroppo, i nostri governanti (nazionali e locali) che vivono in una condizione di totale distacco dalla realtà, con scorte h24 che li tutelano sempre e comunque, mostrano il più assoluto menefreghismo davanti a questo problema. Uno ‘stato di guerra’, questo ci vorrebbe da parte dei nostri amministratori. A Roma la situazione è invivibile: basti pensare a quello che succede nelle zone della stazione Termini, passando per l’Esquilino e Colle Oppio oltre che in altre aree centrali dell’Urbe. Le denunce cadono nell’oblio, soprattutto se a farle sono turisti stranieri.

C’è da augurarsi che una disavventura di questo tipo capiti ad uno dei nostri politici o a qualche suo famigliare perché pur ripudiando tale aspettativa, oggi questa appare come l’unica molla per far scattare l’interesse di chi è chiamato a legiferare.

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