Neve Nera è il nuovo libro di Carlo Bravetti, secondo al premio internazionale Nabokov con Caos senza disordine. Come scrive Paolo Di Paolo nella prefazione, occorre un certo talento per fare in modo che il vero grande personaggio di una storia sia il paesaggio in cui è ambientata. Nel caso del suo Neve Nera, Carlo Bravetti rende il bosco ai confini del borgo uno spazio da fiaba autentica: autentica, perciò magica e allo stesso tempo cruda e crudele. Di tanto in tanto, tra l’altro, segmenti di una remota leggenda vengono ripresi nella narrazione. E l’autore fa di più: mette al centro del romanzo la neve, non limitandosi però a esaltare la grazia e la bellezza di un paesaggio candido. Troppo ovvio! Suscita da quell’apparente placidità il perturbante; ne cava un mistero verso cui per primi i suoi personaggi provano allarme e fastidio. Gli spiriti – benevoli o malevoli che siano – si annidano dove abbiamo smesso di cercarli e di evocarli. E per questo gli riesce di essere anche allegorico – come, per l’appunto, in una vera antica fiaba – senza che l’allegoria mangi il flusso degli eventi, il loro procedere imprevedibile, incalzante, con una violenza “silenziosa e fredda”
Realizzazione Intervista a cura di Roberto Pagano