Non se ne sente molto parlare ma, scavando nei meandri della Storia, è molto facile imbattersi in realtà che hanno un fascino particolare e radici assai profonde. Parliamo di un titolo di cui, io stesso (ammetto la mia ignoranza senza vergogna) non conoscevo l’esistenza: il Protocanonico.
Nel 2018 il Presidente Francese Emmanuel Macron fu accolto da monsignor Angelo De Donatis, (all’epoca dei fatti non ancora Cardinale ma già vicario del Papa) e dal capitolo della Cattedrale di San Giovanni in Laterano. Il titolo che la Chiesa conferì al Capo dello Stato d’oltralpe, fu quello di “Protocanonico”.
Tale nomina affonda le radici addirittura nel periodo del XV secolo. Bisogna tornare, infatti, al regno di Luigi XI, morto nel 1483. Il monarca donò al capitolo lateranense importanti redditi nel sud della Francia.
Qualche tempo dopo Enrico di Navarra regalò alla Basilica di San Giovanni l’abbazia di San Pietro di Clairac, nella Francia meridionale. Di fronte a tanta generosità il capitolo lateranense decise di insignire Enrico IV del titolo di protocanonico d’onore.
E il particolare legame che lega la Francia alla Basilica Lateranense è testimoniato dalla “Missa pro natione gallica” che viene celebrata in San Giovanni il 13 dicembre, giorno della nascita di Enrico IV.
Con il passare degli anni la tradizione si è rinnovata e molti Capi di Stato della Francia repubblicana hanno accettato la nomina a Protocanonico onorario. In tempi recenti, sono molti i presidenti che hanno preso possesso del titolo: René Coty, Charles De Gaulle, Valery Giscard d’Estaing, Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy.
La nomina venne invece rifiutata da Georges Pompidou, successore del Generale De Gaulle all’Eliseo e dai socialisti Francois Mitterand e Francois Hollande.
C’è da dire che quando il Capitolo insignì il re di Francia Enrico IV del titolo di protocanonico, in quella stessa circostanza, fu anche fatta scolpire la statua in bronzo del sovrano, che oggi si trova nel chiostro della “Madre di tutte le chiese” e che, lo stesso presidente Macron, poté ammirare nel corso della sua visita a San Giovanni.
Parlando sempre di titoli ecclesiastici conferiti ai laici, quello del “Cardinalato” merita di essere evidenziato. Per la Chiesa cattolica romana, un “cardinale laico” era un cardinale che però non aveva ricevuto i cosiddetti ordini maggiori, ossia che non era mai stato ordinato diacono o prete.
Vero è che tali porporati non potevano nemmeno considerarsi veri e propri laici, poiché ricevevano gli “ordini” minori, pari alle congregazioni dei frati, ma anche a causa del rito della “tonsura”, tramite il quale erano divenuti chierici.
Il ricevere gli ordini minori, non impediva loro di sposarsi o di vivere un matrimonio precedentemente contratto: e proprio da questa libertà scaturì, quasi sicuramente, una delle ragioni per cui i cardinali che non avevano ricevuto gli ordini maggiori venivano comunemente chiamati cardinali “laici”.
Va detto che, nell’opinione comune, si crede che il titolo di “cardinale” sia, nella gerarchia cattolica, l’ordine successivo a quello di “vescovo“, il quale a sua volta è preceduto dal titolo di “prete”, che è preceduto dal “diacono”; in realtà, (da qui la motivazione dell’equivoco) la posizione di cardinale non è un ordine che può essere conferito, ma indica semplicemente un’alta posizione all’interno della Chiesa, cui sono connessi onori propri e specifici compiti.
Diversamente dal Sacramento dell’Ordine, nei gradi di diaconato, presbiterato ed episcopato, la nomina cardinalizia può essere revocata.
Nel 1858 l’avvocato Teodolfo Mertel fu nominato cardinale dall’allora papa Pio IX. Non rimase “cardinale laico” a lungo, in quanto nel medesimo anno fu ordinato diacono. Quando morì, nel 1899, era l’ultimo cardinale non prete vivente.
Nel 1917 venne stabilito all’interno del codice di diritto canonico che solo coloro che erano preti o vescovi potessero divenire cardinali, scrivendo dunque la parola “fine” al periodo storico in cui alcuni potevano divenire cardinali avendo ricevuto solo la prima tonsura e gli ordini minori.
Correva l’anno 1968, quando Papa Montini considerò l’ipotesi di nominare il filosofo francese Jacques Maritain cardinale laico.
Sempre Paolo VI, con il motu proprio “Ministeria quaedam” del 15 agosto 1972, abolì il rito della prima tonsura e decretò che l’ingresso nella condizione di chierico si fissasse soltanto con il conferimento dell’ordine del diaconato.
La norma datata 1917 venne ripetuta nel codice del 1983, con un’aggiunta: “coloro che non sono ancora vescovi devono ricevere l’ordinazione episcopale”, anche se talvolta un prete che viene creato cardinale può chiedere ed ottenere la dispensa dall’essere ordinato vescovo.
Un piccolo ma intenso viaggio nel tempo tra i pilastri legislativi che sorreggono la Chiesa!
Stefano Boeris